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Pane dal cielo arriva a Pisa !

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Arriva anche a Pisa la dolcissima ed intensa fiaba epifanica di Pane dal Cielo: lunedì 10 febbraio il film approda al Cinema Arsenale di Pisa (Vicolo Scaramucci 2 Pisa ore 21:00). In sala ci saranno, per parlare della condizione delle persone senza dimora e delle risposte alla grave emarginazione presenti sul territorio: Gianna Gambaccini (Assessore Politiche Sociali del Comune di Pisa), Maria Atzeni (U.O. Assistenza Sociale Territoriale Pisa), don Emanuele Morelli (Direttore Caritas Diocesana), Laura Cerretti (Progetto Homeless), Renato Petrone (Strada facendo – Una città che si cura), Daniele Gallea (Ambulatorio Etico CISOM), Tiziana Passuello (Amici della Strada), Alessandro Carta (fio.PSD).

Pane dal cielo, primo film del regista e produttore Giovanni Bedeschi con Donatella Bartoli, Sergio Leone, Gigi Piola, Mauro Ramerio e con la partecipazione straordinaria di Paola Pitagora, racconta una tenera storia di abbandono e di accoglienza: in una misteriosa notte di gelo milanese due senzatetto trovano un neonato in un cassonetto. Ma il bimbo non lo vedono tutti….

La storia :
Lilli e Annibale vivono nella città di Milano. Dormono nei pressi della Bicocca, vicino alla stazione Greco – Pirelli. Annibale ha circa cinquant’anni; Lilli più o meno quaranta. La notte di Natale Lilli e Annibale trovano un neonato dentro un cassonetto. E’ un maschietto sano, scalciante. I due cercano di riportarlo al più vicino ospedale pediatrico ma quando arrivano, assistono a un evento straordinario: nessuno dei dottori e degli infermieri può vederlo.
La scena è surreale: Lilli e Annibale issano il bambino davanti ai loro occhi e quelli vedono solo aria, niente di niente, nessun neonato. Ma non è così per tutti. C’è qualcun altro, oltre ad Annibale e Lilli, che riesce a vedere il piccolo. Sembra che il bambino sia invisibile per lo più alla gente che vive nelle case.
I due senzatetto si ritrovano così improvvisati genitori di una creatura davvero speciale. Al deposito della stazione Lambrate, dove decidono di accudire il piccolo, si genera una piccola comunità: un’eterogenea famiglia di senza dimora di ogni tipologia e provenienza.

 

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